(Pubblicato su Cronachedigusto.it)
Perché investire sull’Etna? “Chi come noi, giunti alla ventesima vendemmia, fa vino per passione, da generazioni, non può non essere attratto e stregato dall’energia di un territorio come l’Etna”, afferma Benedetto Alessandro della cantina Alessandro di Camporeale, nel comune di Camporeale in provincia di Palermo.
Il nuovo progetto etneo (ne avevamo parlato qui) segna un nuovo percorso per gli Alessandro che volutamente si presenta sul Vulcano con un nuovo nome “Generazione Alessandro”, sottolineando da una parte la nuova energia generazionale e dall’altra il background di un nome, Alessandro, che prosegue un cammino imprenditoriale importante e serio sulla Sicilia del vino. Generazione Alessandro vede insieme tre cugini cresciuti tra le vigne dei loro padri, quarta generazione di una famiglia di viticoltori, uniti da una passione per la terra e per il vino che li ha spinti a specializzarsi e a portare avanti un progetto ambizioso sull’Etna, per creare vini dalla forte identità. Parliamo di Benedetto, Anna e Benedetto Alessandro che da diversi anni, insieme ai loro padri, portano avanti la cantina di famiglia a Camporeale, in provincia di Palermo.
Si riparte dall’Etna, ma per proseguire un percorso qualitativo nato dall’altra parte dell’isola. Nel 2014 l’acquisto degli appezzamenti di terra tra Castiglione di Sicilia e Linguaglossa, in zone forse un po’ sottovalutate fino ad ora, ma che rivelano forti potenzialità. “Abbiamo comprato quando ancora c’era la possibilità di farlo forse a costi più bassi di oggi e abbiamo scelto zone poco blasonate, ma che a nostro parere vanno rivalutate perché capaci di offrire una grande qualità nei vini”, afferma Benedetto. Oggi, a distanza di oltre quattro anni, Generazione Alessandro è costituita da un palmento e quattro vigneti in posizioni diverse per raccontare, attraverso i vini, le profonde differenze che caratterizzano il territorio.
L’azienda si estende per circa dieci ettari sul versante nord-est del vulcano tra Castiglione di Sicilia e Linguaglossa. I vigneti ricadono su terreni che, sebbene molto ravvicinati, presentano caratteristiche geomorfologiche e microclimatiche diverse, influenzando profondamente la resa delle uve. Nasce così il loro primo Etna Bianco Trainara 2018 (il nome deriva da un sentiero sulla strada Mareneve), da uve Carricante (80%) e Catarratto (20%) già in commercio e con un prezzo allo scaffale di 18 euro. Si attende anche un Etna Rosso, che si chiamerà Croceferro e che entrerà in commercio ad ottobre. I vigneti si trovano in contrada Piano Filici per quasi cinque ettari nel territorio di Castiglione di Sicilia, al confine con il comune di Linguaglossa. Acquistato nel 2015, il terreno che ospitava un vecchio noccioleto è stato subito impiantato con viti di Nerello Mascalese e Carricante, e alcune piante di Catarratto.
L’appezzamento – delimitato a ovest dal bosco e ad est dal Monte Pomiciaro – è idealmente suddiviso in due diverse porzioni: la parte orientale è caratterizzata da un’alta percentuale di pietra pomice rossa, una maggiore esposizione al sole e una ventilazione che la rendono ideale alla coltivazione delle uve a bacca rossa; la parte occidentale, invece, ha un suolo con profonde sabbie vulcaniche e gode di maggiore ombreggiamento, caratteristiche ideali per le varietà a bacca bianca. Ma a questo vigneto si aggiunge mezzo ettaro in contrada Sciaramanica, con vecchi alberelli etnei, dai quali l’azienda estrarrà un rosso da Contrada, un Cru di Nerello Mascalese. Saranno appena 3-000 bottiglie.
Tra i progetti anche la costruzione della cantina, in corso, e già operativa dalla prossima vendemmia e un wine Resort con 5 camere, una sala degustazione ed un wineshop per puntare sull’enoturismo. “Forti dell’esperienza di Camporeale – afferma Anna Alessandro – crediamo che l’enoturismo sia una forte leva per la promozione dei vini e del territorio stesso”. La cantina ed il Resort con un palmento si trovano in contrada Borriglione a Linguaglossa dove si stanno impiantando, ad alberello, due ettari di Nerello Mascalese. Gli ultimi tre ettari da impiantare si trovano in contrada Pontale Palino nel territorio di Castiglione di Sicilia, caratterizzato da una parte centrale con sabbie vulcaniche molto profonde, circondata da terrazzamenti più esposti e ventilati e ricchi di scheletro.